La termoregolazione è un meccanismo fisiologico con cui l'organismo reagisce a variazioni di energia termica mantenendo la propria temepratura interna contenuta un un certo intervallo. Questa capacità di adattamento è presente in gran parte degli esseri viventi ma raggiunge il suo massimo negli omeotermi che sono dotati di un controllo involontario basato sull'equilibrio di due fenomeni: produzione e dispersione di calore. Nell'uomo la temepratura interna deve rimanere tra i 35,5°C e i 40°C con una valore medio pressoché costante a 37°C.

In condizioni normali un individuo produce energia termica e ne dissipa una certa quantità intervenendo in base a diversi fattori ambientali. In termini matematici l'equilibrio è espresso dall'equazione:

$M+W=\pm R+C+E+S$

Questi valori sono esprimibili in $[W]$ se consideriamo l'individuo nella sua interezza o in $[W/m^2]$.

La maggior parte del calore viene prodotto nel processo metabolico $(M)$ dove le cellule ossidano gli alimenti per produrre energia. È interessante che l'efficienza di questo processo cellulare è molto bassa e la maggior parte dell'energia è trasformata in calore, il rendimento massimo è del 20%. Nel complesso è difficile distinguere tra il calore metabolico e la produzione di lavoro per cui si ingloba tutto in un unico termine $(M+W)$. A destra dell'equazione ci sono invece i processi che si occupano a compensare la produzione di energia. C'è l'irraggiamento $(R)$ del corpo umano verso l'ambiente, la convezione $(C)$ attraverso il contatto con l'aria, il calore latente $(E)$ ceduto dall'acqua che evapora (traspirazione, sudorazione, respirazione) e un termine dovuto ad eventuali immagazzinamenti di enegia $(S)$.